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Non c’è edicola, non c’è libreria che oggi manchi di proporre un’opera a tema gastronomico, che sembra diventato ormai argomento fra i più stimolanti (e a volte, ahinoi, abusati…). Annalisa Andreini ricalca le orme di tanti illustri colleghi, ma alla propria pubblicazione sceglie di aggiungere qualcosa di nuovo, un quid che suoni originale. Il suo libro, difatti, si offre come un gustoso ricettario che mescola vari elementi, permettendo al fruitore di accostarsi ai piaceri della buona tavola con quella leggerezza e con quella “freschezza” che sempre si converrebbero trattando di una tematica tanto interessante. Tradizione e innovazione, dunque, si fanno largo fra le oltre trecento pagine di un volume in cui l’elemento distintivo, la parola predominante è “passione”. Solo così, sembra indicare Andreini, si può assaporare appieno ciò che si cucina (oppure ciò che da altri viene cucinato) e che, in seguito, si porta alla bocca. Non un elenco di ricette, quello presentato, quanto piuttosto un insieme di suggerimenti culinari grazie a cui ci si inoltra in un percorso disseminato di ingredienti – a volte curiosi, ogni volta estremamente interessanti – e prelibatezze di sorta. “Emozionare” è il verbo che l’autrice adopera di più. Ed è un’emozione che, partendo dagli occhi (quando i piatti ancora sono in fase di preparazione), si diffonde lentamente prima nel naso, in seguito nel palato.

F.C.