Negli ultimi dieci anni si è purtroppo assistito ad un aumento addirittura del 70% di prodotti alimentari e di ricette di falso made in Italy provenienti in realtà da altri parti del mondo proponendo sul mercato alimenti taroccati che non appartengono al sistema produttivo nazionale e non ne rispettano le regole.
Dall’analisi di Coldiretti e Filiera Italia presentata a TUTTOFOOD la World Food Exibition svoltasi a Milano è arrivato ad oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo. A dare una spinta al falso è stata proprio la richiesta di Made In Italy specialmente all’estero. Questo ha provocato l’aumento esponenziale di prodotti low cost e taroccati come il salame Italia, la mozzarella “Casa Italia”, l’insalata “Buona Italia” , la Robiola e la mortadella Milano, il Parmesan ora burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia, che d’italiano non hanno nulla. Pensate che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa sono prodotti in Wisconsin, California e New York, ma il problema si estende a macchia d’olio su tutte le categorie di prodotti.
L’agroalimentare nazionale deve affrontare le nuove sfide e rimarcare l’importanza della tutela e promozione delle indicazioni geografiche del Made in Italy e della filiera d’origine. Le imprese agricole italiane e i principali marchi dell’industria alimentare nazionale, riuniti in una storica alleanza, hanno presentato il 7 maggio al presidente del Consiglio il primato del Made in Italy nel mondo ma anche tutte le problematicità del settore, con i relativi progetti di crescita da realizzare in Italia e all’estero. E’ stato quindi illustrato il primo studio sul valore della filiera agroalimentare italiana, che va difesa e tutelata.
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